Papa Francesco e quell'incontro con Diego Maradona

 


Come tutti gli argentini, anche se nelle sue vene scorreva sangue piemontese, amava “tango e futebol”. «Una pelota de trapo, una palla di stracci fa miracoli», aveva raccontato Papa Francesco riferendosi alle partite che giocava in strada quando era bambino nel suo barrio di Buenos Aires. Giorgio non era uno dai piedi buoni: «per questo finivo sempre in porta - aveva raccontato Papa Francesco in un’intervista -. Da piccolo mi piaceva il calcio, ma ho giocato anche a basket, lo sport di mio papà. Io ero una “pata dura” (letteralmente gamba dura, ndr) e allora mi mettevano sempre in porta. Fare il portiere (come il giovane Wojtyla, ndr) è stata una grande scuola di vita. Il portiere deve essere pronto a rispondere a pericoli che possono arrivare da ogni parte. E ho giocato anche a basket, mi piaceva il basket perché mio papà era una colonna della squadra di pallacanestro del San Lorenzo». Lo sport come metafora della vita, per uno come lui bisognava «allenarsi anche per fare il Papa». Per molti, è sempre stato il “Papa tifoso”, anche se dopo il Mondiale del 1990 fece un voto alla Vergine che non avrebbe più visto una partita di calcio in diretta né della sua Argentina né del suo San Lorenzo de Almagro.

A proposito, Papa Francesco, grande tifoso dei “Cuervo” raccontava di non aver perso una partita dal 1946. «Non fu mai uno qualunque e fu sempre uno di noi. Tifoso del Cuervo da bambino e da adulto... Tifoso del Cuervo come sacerdote e Cardinale... Tifoso del Cuervo anche da Papa... Ha sempre trasmesso la sua passione per il Ciclón: quando andava al Vecchio Gasómetro a vedere la squadra del ’46, quando confermava Angelito Correa nella cappella della Città Sportiva, quando riceveva le visite azulgrana in Vaticano sempre con immensa gioia... Socio N°88235. Da Jorge Mario Bergoglio a Francesco, c’è una cosa che non è mai cambiata: il suo amore per il Ciclón. Avvolti da un profondo dolore, oggi #SanLorenzo dice a Francesco: Addio, grazie e arrivederci! Saremo insieme per l’eternità!», la dedica via social della squadra argentina che sta pensando di dedicargli anche lo stadio.
La foto che immortala Papa Francesco con la maglia dai colori rossoblù (quelli della Madonna Ausiliatrice a cui nell’oratorio Sant’Antonio è dedicata una cappella) a poche settimane dalla sua nomina, resta una delle immagini più iconiche di Papa Francesco

Ma “immortale”, come simbolo e sintesi di un modo di concepire la forza dello sport, è l’immagine dell’incontro in Sala Nervi del Pontefice con Diego Armando Maradona nel settembre del 2014 prima della Partita della Pace, il “Diez” artefice della vittoria del Mondiale del 1986 a cui, lo racconta lui stesso nell’autobiografia “Life”, fece la battuta su quale fosse “la mano de Dios”.




Fonte Torinocronaca.it